martedì 15 dicembre 2020

Un terreno comunale in cambio di incarichi alla regione. Indagati dalla Procura di Catanzaro Parente e 2 consiglieri comunali per peculato, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio

 È indagato di peculato e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, Claudio Parente, ex consigliere regionale della Calabria ed ex presidente del gruppo consiliare di “Forza Italia”. Questa mattina i finanzieri comando provinciale di Catanzaro, su ordine della Procura della Repubblica, hanno eseguito un sequestro preventivo ai fini della confisca di 37.682,80 euro, emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Filippo Aragona, nei confronti di Parente.



L’indagine, diretta dal sostituto procuratore Graziella Viscomi con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore della repubblica Nicola Gratteri, ha coinvolto anche due consiglieri comunali di Catanzaro: Francesco Gironda e Giuseppe Pisano, iscritti nel registro degli indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.

I provvedimenti di oggi scaturiscono da due avvenimenti che sembravano non collegati fra loro. Il 13 settembre 2018, il consiglio comunale di Catanzaro ha votato una delibera per cedere un terreno di proprietà comunale all’associazione interregionale “Vivere insieme”, operante nel settore dei servizi sanitari in convenzione. La delibera ha ottenuto il voto favorevole di Gironda e Pisano.

Il secondo evento riguarda invece l’assunzione, da parte di Parente, del fratello del consigliere Gironda e della convivente del consigliere Pisano, in qualità di collaboratori a tempo determinato nell’ambito della struttura speciale a sua disposizione presso il consiglio regionale.

Le indagini, effettuate dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro, sono riuscite a mettere in relazione i due avvenimenti. È quindi risultato che Parente, in qualità di amministratore de facto di “Vivere insieme”, avrebbe indotto Gironda e Pisano a votare la delibera, in cambio Parente avrebbe assunto i due congiunti dei consiglieri nella struttura speciale. Per ricompensare i consiglieri comunali, Parente si sarebbe quindi appropriato dei fondi regionali destinati al reclutamento di personale da impiegare nella propria struttura speciale, utilizzandoli indebitamente per remunerare il fratello e la convivente dei due consiglieri comunali. La somma oggetto di sequestro, pari a ..........

37.682,80 euro, costituisce infatti il profitto del reato di peculato messo in atto da Parente e corrisponde al totale dei compensi erogati dal consiglio regionale della Calabria ai due congiunti di Pisano e Gironda, nell’ambito dell’incarico indebitamente loro conferito da parente medesimo.

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