martedì 11 maggio 2021

Un intreccio perverso di malaffare tra politica e ndrangheta; confermate le accuse a Tomasso Brutto e figlio, notaio Guglielmo, Francesco Talarico in tutto sono 85 persone indagate nell'operazione "basso profilo"

 Un intreccio perverso tra politica e affari e sullo sfondo i clan della ‘ndrangheta calabrese Il quadro che emerge dall’inchiesta Basso Profilo coordinata dalla Dda di Catanzaro. Ieri gli inquirenti hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini a 85 persone. Tra questi spiccano i nomi del segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa e dell’assessore regionale al Bilancio Francesco Talarico. Entrambi devono rispondere di associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso. Cesa secondo l’accusa «d’intesa con Talarico» si sarebbe impegnato ad appoggiare il gruppo guidato dall’imprenditore catanzarese Antonio Gallo «per soddisfare le mire dei sodali nel campo degli appalti, proponendosi di fornire indicazioni su soggetti incardinati in enti pubblici, in società in house e anche in Albania».


Talarico come candidato alle elezioni politiche del 2018, avrebbe offerto il suo appoggio, «in cambio di un consistente pacchetto di voti, per introdurre Gallo e Pirrello in ambienti politico-istituzionali nazionali». A Talarico viene contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso sempre in relazione alla candidatura alle elezioni politiche del 2018. Tra gli indagati ci sono anche l’ex consigliere comunale di Catanzaro Tommaso Brutto (sempre dell’idc) e suo figlio Saverio che è stato assessore al Turismo del Comune di Simeri Crichi. Personaggio centrale dell’inchiesta è un ufficiale della Guardia di Finanza Ercole D’Alessandro che avrebbe fornito informazioni riservate ai membri dell’associazione. Confermate le accuse anche al notaio catanzarese Rocco Guglielmo e all’ex presidente di Confindustria Giovani di Crotone Glenda Giglio, mentre nell’avviso notificato oggi compare il nome dell’avvocato Claudio Larussa. L’operazione scattò il 21 gennaio scorso e portò a 50 misure cautelari. Ora gli indagati avranno venti giorni per .........

chiedere di essere sentiti dal pm o depositare memoria difensiva solo dopo la Procura potrà procedere con la richiesta di rinvio a giudizio. 

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