Nella giornata odierna, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, su disposizione di questo Ufficio di Procura, hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal dott. Matteo Ferrante, Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catanzaro, nei confronti di Giuseppe Monterosso (classe ’65, di Catanzaro), ortopedico dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro.
Il medico era già stato oggetto di indagini, culminate nel marzo dello scorso anno con l’emissione a suo carico della misura cautelare di interdizione dai pubblici uffici o servizi per 12 mesi. Le indagini, dirette dal Sostituto Procuratore dott.ssa Veronica Calcagno con il coordinamento del Procuratore Aggiunto dott. Giancarlo Novelli e del Procuratore della Repubblica dott. Nicola Gratteri, avevano consentito di accertare che il medico aveva falsificato la rendicontazione delle attività di servizio svolte tra marzo 2014 e febbraio 2015 presso l’IRCCS “Humanitas” di Rozzano (MI), ove era stato inviato in comando dall’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro per necessità di aggiornamento professionale e che, una volta rientrato alla sede catanzarese, in molteplici occasioni aveva utilizzato modalità fraudolente per certificare la propria presenza in servizio.
Dagli approfondimenti svolti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/Gruppo Tutela Spesa Pubblica della Guardia di Finanza di Catanzaro è ora emerso che nell’agosto del 2020, Monterosso aveva preso parte a una procedura di selezione pubblica indetta dall’ASP di Vibo Valentia, finalizzata al conferimento di un incarico dirigenziale di esperto in ortopedia e traumatologia, dichiarando falsamente di essere in servizio nonostante la misura cautelare (ancora valida) e la correlata sospensione disciplinare emessa dall’Azienda ospedaliera di appartenenza.
La condotta ha, quindi, evidenziato la .................
necessità di una rimodulazione delle misure cautelari in atto e, pertanto, questa Procura della Repubblica ha richiesto al Giudice per le Indagini Preliminari di Catanzaro l’aggravamento dell’interdizione dai pubblici uffici, commutata ora negli arresti domiciliari.
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